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domenica 17 giugno 2012

Annus mirabilis (recensione)

"Annus Mirabilis" di Geraldine Brooks Edito da Neri Pozza nel 2003

(Letto nel gennaio del 2004)
Che strana questa mia tendenza a leggere ultimamente libri di streghe! Che abbia voglia di diventarlo anch'io?
La protagonista non è una strega, ma a causa di varie vicissitudini inizia a usare, conoscere, studiare le erbe con le quali aiuta i compaesani (un paio di streghe vengono comunque uccise!). L'annus mirabilis è il 1666, l'anno (storicamente documentato) della peste bubbonica. Ecco la peste è una delle protagoniste della storia (realmente accaduta anche se qui è stata ovviamente romanzata). In  un villaggio dell'Inghilterra dell'epoca scoppia la peste e il pastore, uomo di polso, dinamico, influente convince i compaesani a fare un giuramento: nessuno lascerà ill villaggio  fino al termine della peste. Praticamente una quarantena. Vitto e quanto necessario saranno forniti da un ricco possidente terriero che, avendo tutto l'interesse a che la peste non si propaghi anche nelle sue terre, si dichiara disponibile al sostentamento del paese per tutto il tempo necessario.
Anna, la protagonista, perde subito il figlioletto. Il marito già lo aveva perso per un incidente sul lavoro in una miniera di piombo.
Ben presto i morti sono così tanti da renderne difficile la sepoltura.
Niente di meglio di un avvenimento come quello della peste per far venire alla luce il vero carattere di ognuno. Come troppo spesso accade  in queste situazioni,  emerge anche la superstizione vanamente combattuta dalla giovane (18 anni!) ma saggia Anna che ha l'appoggio del pastore e di sua moglie.
Al termine dell'epidemia più di metà degli abitanti sono morti. E Anna? Dopo un appassionato legame col pastore rimasto vedovo, fugge dal villaggio per mettere in salvo una neonata che altrimenti sarebbe tata messa a morte.
Lontano partorirà anche lei una bimba (il pastore!) ed entrata nell'harem di un medico arabo riuscirà a studiare e a praticare la medicina

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